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Giurisprudenza Avvocati (al 31/12/2019)

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Giurisprudenza Avvocati (al 31/12/2019)

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AVVOCATO E PROCURATORE
Oggetto: Compenso professionale - Accordo per attività stragiudiziale ai minimi tariffari - Richiesta di incremento dell’onorario - Ammissibilità - Esclusione - Motivi.
sentenza 31413, sezione Seconda del 02-12-2019

L’avvocato che si accorda per un compenso ai minimi tariffari non può chiedere incrementi nella liquidazione dell’onorario. L’attività stragiudiziale concordata, infatti, riguarda anche la consulenza prestata per la successiva cessione del pacchetto azionario detenuto dal cliente.

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COLPA PROFESSIONALE
Oggetto: Avvocato - Omessa impugnazione - Chance di vittoria - Ristoro - Negligenza - Conforme
sentenza 31187, sezione Seconda del 28-11-2019 (C.c. art. 1176)

In caso di responsabilità professionale degli avvocati per omessa impugnazione è ravvisabile la fattispecie dell’omissione di condotte che avrebbero prodotto un vantaggio e l’esito del giudizio, il cui svolgimento è stato precluso dall’omissione del professionista, e il relativo inadempimento non può essere accertato in via diretta, ma solo in via presuntiva e prognostica, sicché l’affermazione della responsabilità per colpa implica una valutazione prognostica positiva circa il probabile esito favorevole dell’azione giudiziale che sarebbe dovuta essere proposta e diligentemente seguita.

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AVVOCATO E PROCURATORE
Oggetto: Compenso professionale - Mandato conferito da un ente - Procura rilasciata da organo non dotato dei poteri di rappresentanza - Nullità del mandato - Sussistenza - Perdita del compenso - Svolgimento dell’attività da parte del professionista - Irrilevanza.
ordinanza 31516, sezione Seconda del 03-12-2019

L’avvocato perde il compenso se il mandato gli è stato conferito da un organo privo dei poteri di rappresentanza. È irrilevante, peraltro, che il legale abbia svolto comunque la prestazione perché la nullità dell’incarico non vincola l’amministrazione.

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APPELLO
Oggetto: Notifica dell’atto - Al domiciliatario - Cambio dello studio - Nello stesso circondario - Notifica al vecchio indirizzo - Successivo invio al nuovo - Tardività dell’appello - Onere del notificante di verificare preventivamente l’indirizzo - Sussistenza - Inammissibilità dell’appello.
ordinanza 31459, sezione Terza del 03-12-2019

Spetta al notificante verificare l’indirizzo del legale che ha cambiato studio prima dell’appello. Il tentativo di consegna dell’atto con esito negativo effettuato presso il vecchio recapito non è idoneo a inficiare la tardività dell’impugnazione della sentenza. Infatti per il notificante è agevole e un preciso onere verificare presso il Consiglio dell’Ordine l’avvenuto trasferimento di sede del domiciliatario.

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IRPEF
Oggetto: Casa a uso promiscuo - Deducibilità - Limiti.
ordinanza 31621, sezione Tributaria del 04-12-2019 (Tuir, art. 54)

Niente deduzione delle spese della casa adibita anche a studio da parte del professionista che ha anche un altro ufficio.

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AVVOCATO E PROCURATORE
Oggetto: Impugnazione di un provvedimento - Proposizione dal probabile esito negativo - Mancata dissuasione del cliente - Colpa professionale - Configurabilità - Sussistenza.
ordinanza 31682, sezione Seconda del 04-12-2019

L’avvocato risarcisce il cliente se lo induce a proporre un’impugnazione dal probabile esito negativo. La responsabilità non è esclusa neanche quando le modalità difensive adottate sono state sollecitate direttamente dalla parte

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Processo civile - Avvocati - Richiesta di distrazione delle spese - Dopo la revoca del mandato - Revocazione per dolo processuale - Ammissibilità.
sentenza 31687, sezione Seconda del 04-12-2019 (C.p.c. art. 93)

Va revocata la richiesta di distrazione delle spese formulata dal legale dopo la revoca del mandato. In questa ipotesi, infatti, è configurabile il dolo processuale del professionista che mette in esecuzione il decreto ingiuntivo anche quando la parte non ha provveduto alla sua sostituzione.

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REGOLAMENTO DI COMPETENZA - Avvocato - Competenza professionali - Cliente - Foro del consumatore - Sussiste.
ordinanza 31831, sezione Sesta - 3 del 05-12-2019 (D.Lgs. 06.09.2005, n. 206, art. 33) (D.Lgs. 01.09.2011, n. 150, art. 14)

Deve ritenersi competente il foro del consumatore nella causa in cui l’avvocato conviene il cliente per il pagamento del corrispettivo dell’attività professionale dovendosi ritenere il foro speciale della residenza o del domicilio del consumatore di competenza esclusiva che prevale su ogni altra, in virtù delle esigenze di tutela, anche sul terreno processuale, che sono alla base dello statuto del consumatore.

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Avvocato - Possibilità di ricorrere alla mediazione - Obbligo di informativa al cliente - Inadempimento - Nullità - Sussiste
sentenza 31852, sezione Seconda del 05-12-2019 (D.Lgs. 04.03.2010 n. 28, art. 4)

Deve ritenersi nullo il contratto d’opera intervenuto fra l’avvocato e l’assistito, limitatamente alla fase successiva all’attività stragiudiziale della lite civile, per il mancato assolvimento del primo al dovere di informare il secondo della possibilità di avvalersi del procedimento di mediazione laddove il professionista non ha redatto una semplice bozza della citazione laddove chiede il compenso per la redazione dell’atto relativamente alla causa civile.

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SPESE GIUDIZIALI
Oggetto: Difensore d’ufficio - Liquidazione dei compensi - Decreto ingiuntivo - Passaggio in giudicato - Effetto vincolante anche per il giudice - Esclusione - Motivi.
ordinanza 31820, sezione Sesta del 05-12-2019

Il passaggio in giudicato del decreto ingiuntivo non vincola nella liquidazione dell’onorario al difensore d’ufficio. Il provvedimento, infatti, rileva solo come fatto dimostrativo dell’infruttuoso esperimento delle procedure volte al recupero del credito professionale.

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Gratuito patrocinio: valutazioni del giudice 'ex ante' ed 'ex post'
Corte di Cassazione, sez. II Civile, 4 dicembre 2019, n. 31681. Presidente Gorian. Relatore Falaschi.

In tema di ammissione al gratuito patrocinio, il giudice è chiamato ad effettuare sia una valutazione ex ante del requisito della non manifesta infondatezza, sia ex post, in sede di revoca, quando a seguito del giudizio risulta provato che la persona ammessa ha agito o resistito con mala fede o colpa grave.

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Dolo processuale se l’avvocato tace sulla revoca del mandato
Cassazione civile, sez. II, sentenza 4 dicembre 2019, n. 31687

Secondo la Cassazione, sentenza 4 dicembre 2019, n. 31687, il silenzio su fatti decisivi può integrare dolo processuale revocatorio, agli effetti dell'art. 395, n. 1, c.p.c., se ed in quanto costituisca elemento essenziale di una macchinazione fraudolenta, diretta a trarre in inganno la controparte e idonea, in relazione alle circostanze, a pregiudicarne la difesa nonché ad impedire al giudice l'accertamento della verità.

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Recupero compensi avvocato: i 40 giorni per opporsi al d.i. decorrono dalla notifica dell’atto di citazione
Tribunale di Bergamo, sentenza 3 ottobre 2019

L’opposizione ex art. 645 c.p.c. avverso l’ingiunzione chiesta e ottenuta dall’avvocato nei confronti del proprio cliente, ai fini del pagamento degli onorari e delle spese dovute, con atto di citazione, anziché con ricorso ai sensi dell’art. 702 bis c.p.c. e della integrativa disciplina di cui all’art. 14 D.Lgs. n. 150/2011, è da reputare utilmente esperita qualora l’atto di citazione in opposizione sia stato comunque notificato entro il termine di 40 giorni dal giorno della notificazione dell’ingiunzione di pagamento. È quanto si legge nella sentenza del 3 ottobre 2019 del Tribunale di Bergamo.

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Il divieto di produrre la corrispondenza scambiata con il collega riguarda tutte le comunicazioni, anche quelle non dichiarate riservate
Consiglio Nazionale Forense, 23 Aprile 2019, n. 17. Pres. Mascherin.

Il divieto di produrre corrispondenza fra avvocati si estende non solo alle comunicazioni espressamente dichiarate riservate, ma anche a quelle scambiate tra avvocati nel corso del giudizio, e a quelle anteriori allo stesso, quando contengano espressioni di fatti, illustrazioni di ragioni e proposte a carattere transattivo, ancorché non dichiarate espressamente "riservate".

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Cancellazione frasi contenute nelle memorie

Consiglio di Stato, sez. III, sentenza 6 dicembre 2019, n. 8353

Deve essere respinta un’istanza di cancellazione di frasi contenute nelle memorie delle parti qualora le espressioni in utilizzate, per quanto allusive, non sono offensive né sconvenienti, ma intendono solo rimarcare in chiave difensiva una presunta disparità di trattamento, nel caso di specie relativa alla valutazione delle offerte di una gara. Lo stabilisce il Consiglio di Stato, sez. III, sentenza 6 dicembre 2019, n. 8353.

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Cassazione civile, Sez. lavoro, ordinanza 15 novembre 2019, n. 29757

Qualora la notifica tempestiva di un atto di appello sia impedita da un virus informatico e l’atto di appello non venga quindi notificato, l’avvocato deve chiedere tempestivamente la rimessione in termini. Questo è quanto stabilito dall’ordinanza n. 29757/2019 della Cassazione civile.

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PCT: improcedibile il ricorso per cassazione privo dell’attestazione di conformità
Cassazione civile, Sez. III, sentenza 3 dicembre 2019, n. 31449

È improcedibile il ricorso per cassazione privo dell'attestazione autografa di conformità alla copia trasmessa a mezzo posta elettronica certificata, nell’ipotesi in cui il controricorrente resti intimato e non si costituisca nel giudizio. Così si è espressa la Suprema Corte di cassazione con la sentenza n. 31449/2019.

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Mancato deposito nei termini dell'attestazione di conformità della nota di trascrizione del pignoramento - Estinzione del processo esecutivo ex art. 630 c.p.c. - Esclusione
Tribunale Lecce, 29 Novembre 2019. Pres. Silvestrini. Est. Errede.

Il mancato deposito nei termini dell'attestazione di conformità richiesta dall'art. 557 c.p.c. rappresenta una mera irregolarità formale sanabile dal creditore procedente e non una grave omissione rilevante ai fini della inefficacia del pignoramento o dell’estinzione della procedura, previa sospensione

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Gratuito patrocinio – Ammissione – Valutazione del giudice
Cassazione civile, sez. II, 04 Dicembre 2019, n. 31681. Pres. Gorian. Est. Falaschi.

In tema di ammissione al gratuito patrocinio, il giudice è chiamato ad effettuare sia una valutazione ex ante del requisito della non manifesta infondatezza, sia ex post, in sede di revoca, quando a seguito del giudizio risulta provato che la persona ammessa ha agito o resistito con mala fede o colpa grave.

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Condanna per responsabilità aggravata - Presupposti - Soccombenza totale e non compensazione delle spese - Necessità - Compensazione parziale delle spese - Condanna per lite temeraria - Ammissibilità - Esclusione.
ordinanza 32090, sezione Sesta - 3 del 09-12-2019 (C.p.c. art. 96)

L’ipotesi di condanna ex art. 96 terzo comma c.p.c. richiede un duplice presupposto: quello positivo della soccombenza totale della parte e quello negativo della non compensazione, seppure parziale delle spese di lite. Pertanto, deve escludersi la possibilità di condanna nei confronti della parte che risulti totalmente o parzialmente vittoriosa ovvero, nel caso di soccombenza totale, quando vi sia stata compensazione totale o parziale delle spese di lite

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Crediti degli autonomi - Prescrizione breve - Sussiste.
ordinanza 32077, sezione Sesta - L del 09-12-2019 (C.c. art. 2953)

L’Agenzia entrate e riscossione ha cinque anni e non dieci per incassare i contributi non versati regolarmente dagli autonomi.

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Amministrazione di sostegno - Estinzione del procedimento - Decreto - Reclamabilità in appello - Sussiste
sentenza 32409, sezione Prima del 11-12-2019 (C.p.c. art. 720 bis)

Deve ritenersi reclamabile in appello il provvedimento con cui il giudice tutelare dichiara estinto il procedimento di amministrazione di sostegno per rinuncia alla domanda del pubblico ministero ritiene inammissibile la condanna del pm alla rifusione delle spese del giudizio e lascia a definitivo carico del proposto per la misura le spese dell’espletata ctu, laddove il legislatore ha inteso concentrare presso la corte d'appello le impugnazioni avverso i provvedimenti del giudice tutelare in materia di amministrazione di sostegno, senza necessità di dover indagare sulla natura decisoria o ordinatoria.

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Impugnazioni - Termini - Mancata comunicazione del deposito del provvedimento da parte del cancelliere - Rimessione in termini - Esclusione - Motivi.
ordinanza 32802, sezione Terza del 13-12-2019 (C.p.c. art. 327)

L’avvocato deve rispettare i termini per impugnare anche se il cancelliere non ha comunicato il deposito della sentenza. Il professionista, infatti, ha il dovere di attivarsi e verificare che non siano state compiute attività processuali a sua insaputa. Ne consegue che la parte che “scopre” in ritardo l’esistenza del deposito di un provvedimento non può ottenere la rimessione in termini.

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AVVOCATO E PROCURATORE
Oggetto: Giudizio disciplinare - Circostanza inveritiera - Esposta in un atto difensivo - Censura - Sussiste.
sentenza 33373, sezione Unite del 17-12-2019 (C.d.f. art. 14 ) (L. 31.12.2012, n. 247, art. 2, 3)

Deve ritenersi legittima la sanzione disciplinare della censura inflitta all’avvocato incolpato per aver esposto una circostanza inveritiera nello scritto difensivo dovendosi ritenere volontaria detta rappresentazione in quanto finalizzata a ottenere una più favorevole regolazione delle spese processuali.

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RICORSO IN CASSAZIONE
Oggetto: Privo degli indefettibili requisiti minimi - Abuso del processo - Sussiste.
ordinanza 33720, sezione Sesta – 3 del 18-12-2019 (C.p.c. art. 96, 366)

Il ricorso per cassazione totalmente privo degli indefettibili requisiti minimi di chiarezza e sinteticità ex articolo 366 Cpc è non solo inammissibile ma anche fonte di responsabilità processuale aggravata in quanto o il ricorrente ignorava le suddette norme, ed allora ha agito con colpa grave, trattandosi di ignoranza inescusabile; oppure le conosceva, ed allora ha agito addirittura con mala fede, volutamente disattendendo precetti richiesti a pena di inammissibilità.

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Spese per il giudizio di legittimità - Rifusione a carico dell’imputato - Condizioni.
sentenza 51223, sezione Quinta del 19-12-2019 (C.p.p. art. 541 ) (C.p.p. disp. att. art. 168)

La possibilità per la parte civile di ottenere il pagamento delle spese sostenute nel giudizio di legittimità dipende dalla natura dell’attività svolta, nel senso dell’entità dell’attività diretta a contrastare la avversa pretesa a tutela dei propri interessi di natura civile risarcitoria, che non può esaurirsi nella pura e semplice presentazione delle richieste finali e della nota spese, ma deve consistere nella prospettazione, a sostegno delle medesime, degli argomenti ritenuti idonei allo scopo di contrastare l’iniziativa dell’imputato, non risultando tuttavia dirimente la presenza del difensore all’udienza di discussione.

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Senza procura speciale l’avvocato deve pagare le spese
Cassazione civile, sez. VI, sentenza 9 dicembre 2019, n. 32004

La Cassazione, con ordinanza n. 32004 del 9 dicembre 2019, ha statuito che, se l'avvocato ricorre per cassazione senza essere munito di una valida procura speciale, assume la posizione di parte e a seguito della declaratoria di inammissibilità del ricorso, in quanto unico soccombente, dovrà essere condannato al pagamento delle spese di giudizio.

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