Animazione grafica

In primo piano

Giurisprudenza Avvocati (al 30/4/2020)

          l    

Dettagli della notizia

 Giurisprudenza Avvocati (30/4/2020)

- 1 -

Professionisti - Che hanno aderito al concordato biennale - Accertamento - Illegittimità.
ordinanza 7765, sezione Tributaria del 09-04-2020
(D.p.r. 600/1973, art. 39) (D.l. 260/2003, art. 33)

Il professionista che ha aderito al concordato preventivo biennale non può ricevere un accertamento Irpef. Infatti, l’accordo con il fisco preclude l’emissione dell’atto impositivo.

- 2 -

AVVOCATO E PROCURATORE
Oggetto: Deontologia professionale - Legale nominato componente del collegio arbitrale - Figlio difensore di una delle parti - Successiva accettazione della carica di trustee - Violazione della deontologia professionale - Sanzione della censura - Applicabilità.
sentenza 7761, sezione Unite del 09-04-2020

In tema di deontologia professionale degli avvocati, è soggetto a sanzione disciplinare l’avvocato nominato componente del collegio arbitrale se il figlio è il legale di una delle parti in causa. La censura va comminata anche al difensore della parte che accetta la carica di trustee per sottrarre i beni ai creditori.

- 3 -

Responsabilità Professionale – Ricorso tributario con scarse probabilità di accoglimento – Danno da mancata definizione agevolata – Obbligo di informativa e dissuasione del cliente – Onere della prova in capo al professionista
Tribunale Vicenza, 26 Marzo 2020. Est. Conti.

Spetta al professionista informare il cliente delle scarse possibilità di successo dell’impugnazione e dissuaderlo dal ricorrere alla Giustizia tributaria, indirizzandolo invece ad una forma di definizione agevolata dell’accertamento. L’onere probatorio dell’avvenuta corretta informazione al cliente grava pacificamente in capo al professionista.

- 4 -

La liquidazione delle spese non può scendere al di sotto dei minimi tariffari
Cassazione civile, sez. VI-2, ordinanza 10 aprile 2020, n. 7780

In tema di liquidazione delle spese processuali, ai sensi dell'art. 4, comma 1, d.m. n. 55 del 2014, il giudice può scendere anche al di sotto o salire pure al di sopra dei limiti risultanti dall'applicazione delle massime percentuali di scostamento, purché ne dia apposita e specifica motivazione e sempre nel rispetto del disposto dell'art. 2233, comma 2, c.c., il quale preclude di liquidare somme praticamente simboliche, non consone al decoro della professione. La conferma arriva dalla Cassazione con ordinanza 10 aprile 2020, n. 7780.

- 5 -

Magistrati - Deontologia - Revoca del patrocinio a spese dello Stato - Mancanza di un danno ingiusto - Sanzione disciplinare - Applicabilità - Esclusione - Motivi.
sentenza 7832, sezione Unite del 15-04-2020

In tema deontologia dei magistrati, cade la sanzione al giudice che revoca il patrocinio a spese dello Stato se manca il danno ingiusto. Invece una grave violazione di legge in un provvedimento diventa rilevante ai fini deontologici quando compromette il prestigio dell’ordine giudiziario.

- 6 -

Costituzione di parte civile - Ammissione al patrocinio a spese dello Stato - Superamento dei limiti di reddito - Perdita del beneficio - Esclusione - Motivi.
sentenza 12191, sezione Quarta del 15-04-2020

La vittima di prostituzione minorile che si costituisce parte civile non perde il patrocinio a spese dello Stato anche se supera i limiti di reddito. Una volta che è avvenuta l’ammissione al beneficio l’interessato non ha l’obbligo di effettuare alcuna comunicazione o attestazione.

- 7 -

Stranieri - Gratuito patrocinio - Domanda di protezione internazionale - Rigetto - Revoca automatica del gratuito patrocinio - Esclusione - Obbligo di motivazione del giudice - Necessità.
ordinanza 7785, sezione Sesta del 10-04-2020

Il rigetto della domanda di protezione internazionale non determina, in via automatica, la revoca del gratuito patrocinio. Il giudice, infatti, ha il compito di verificare la fondatezza del decreto di revoca ai soli fini sussistenza della colpa grave e non in relazione al merito dell’azione proposta.

- 8 -

Avvocati. Prescrizione dell’azione disciplinare
Cassazione, sez. un., sentenza 9 aprile 2020, n. 7761.

L'interruzione del termine quinquennale di prescrizione dell'azione disciplinare nei confronti degli avvocati, decorrente dalla data di realizzazione dell'illecito (o dalla cessazione della sua permanenza), è diversamente disciplinata nei due distinti procedimenti in cui si articola il giudizio disciplinare: nel procedimento amministrativo dinanzi al Consiglio dell'ordine la prescrizione è soggetta ad interruzione con effetti istantanei; nella fase giurisdizionale davanti al Consiglio nazionale forense opera, invece, il principio dell'effetto interruttivo permanente, che si protrae durante tutto il corso del giudizio e nelle eventuali fasi successive dell'impugnazione innanzi alle Sezioni Unite e del giudizio di rinvio fino al passaggio in giudicato della sentenza.

- 9 -

Legittimo impedimento del difensore: vale anche nel procedimento di sorveglianza
Cassazione penale, sezione I, sentenza 23 marzo 2020, n. 10565

Pronunciandosi su un ricorso proposto avverso la ordinanza con cui il tribunale di sorveglianza aveva respinto la istanza presentata da un detenuto, avente ad oggetto la concessione di misure alternative alla detenzione, la Corte di Cassazione (sentenza 23 marzo 2020, n. 10565) – nell’accogliere la tesi difensiva, secondo cui il giudizio di primo grado era nullo, in quanto l'udienza si era tenuta nonostante il difensore del condannato avesse chiesto rinvio dell'udienza per impedimento professionale - ha infatti affermato che la norma di cui all'art. 420-ter, comma 5, c.p.p. si applica anche nel procedimento di cui all'art. 666 c.p.p., e quindi anche nel procedimento di sorveglianza, e anche nel caso di impedimento del difensore per concomitante impegno professionale.

- 10 -

Avvocato - Pagamenti anticipati del cliente - Prova testimoniale - Divieto - Deroga - Motivazione - Necessità - Sussiste
sentenza 7940, sezione Terza del 20-04-2020 (C.c. art. 2721, 2726)

Poiché ai sensi dell’articolo 2726 Cc le norme stabilite per la prova testimoniale si applicano anche al pagamento e alla remissione del debito, è ammessa la deroga al divieto della prova testimoniale in ordine al pagamento delle somme di denaro eccedenti il limite previsto dall’articolo 2721 Cc, ma la deroga è subordinata ad una concreta valutazione delle ragioni in base alle quali, nonostante l’esigenza di prudenza e di cautela che normalmente richiedono gli impegni relativi a notevoli esborsi di denaro, la parte non abbia curato di predisporre una documentazione scritta: ne consegue che deve essere accolto il ricorso dell’avvocato, dopo la revoca del decreto ingiuntivo ottenuto per il pagamento del compenso, laddove i familiari dell’assistito sono ritenuti testimoni attendibili sul versamento dei compensi anticipati e la sentenza d’appello ritiene «del tutto inconferente il riferimento agli articoli 2721 e 2726 Cc».

- 11 -

università - Procura all’avvocato del libero foro - Ammissibilità - Condizioni - Decreto del rettore - Sufficienza - Esclusione - Autorizzazione o ratifica dell’organo di vigilanza - Necessità - Mancanza - Inammissibilità del ricorso - Sussistenza.
ordinanza 7972, sezione Lavoro del 21-04-2020

Non basta il decreto del rettore dell’università per conferire all’avvocato la procura alle liti. Infatti la scelta di farsi rappresentare da un legale del libero foro e non dall’avvocatura è legittima solo se autorizzata o ratificata dall’organo di vigilanza dell’ateneo. Con la conseguenza che, in assenza della delibera relativa al conferimento del mandato, il ricorso è inammissibile.

- 12 -

AVVOCATO E PROCURATORE
Oggetto: Compenso - Liquidazione ben al di sotto dei parametri - Motivazione specifica da parte del giudice - Necessità - Sussiste.
Ordinanza 8146, sezione Terza civile del 23-04-2020 (C.p.c. art. 91, 92)

Buone notizie per gli avvocati sul fronte delle spese processuali. Il giudice non può infatti liquidare un compenso al di sotto della media senza una valida e specifica ragione e motivando la sua scelta. L’abolizione delle tariffe non dà al magistrato carta bianca.

- 13 -

CONTRIBUTO UNIFICATO, Sanzione; esenzione

Cassazione civile, sezione lavoro, ordinanza 6 aprile 2020, n. 7696

L'art. 13 comma 1 quater del d.P.R. n. 115 del 2002 esige dal giudice unicamente l'attestazione dell'avere adottato una decisione di inammissibilità o improcedibilità o di "respingimento integrale" dell'impugnazione, anche incidentale, competendo in via esclusiva all'Amministrazione valutare se, nonostante l'attestato tenore della pronuncia, spetti in concreto la doppia contribuzione. Ne consegue che, qualora l'Amministrazione constati l'esenzione o la prenotazione a debito le ulteriori deliberazioni rimangono di sua spettanza ed è contro di esse che potrà estrinsecarsi la reazione della parte, mediante i mezzi di tutela avverso l'eventuale illegittima pretesa di riscossione, senza che l'attestazione del giudice civile possa leggersi come di debenza della doppia contribuzione, non avendo essa tale oggetto.

- 14 -

AVVOCATO - DOVERI DI DILIGENZA NELL'ESPLETAMENO DEL MANDATO
Tribunale di Monza 10/3/2020

L'avvocato che assiste l'imprenditore nella preparazione e presentazione della domanda di concordato preventivo è tenuto, in adempimento al mandato professionale ricevuto, a rilevare quelle criticità della proposta che ne possono compromettere l'esito ed altresì la conformità della domanda di concordato al modello legale con riferimento alla sua fattibilità giuridica.
L'inadempimento a detti obblighi, tra i quali vi è anche quello di dissuadere l'imprenditore dal presentare una domanda non conforme al modello giuridico, costituisce grave violazione non solo della diligenza e perizia qualificata e dei doveri di controllo e di coordinamento degli altri professionisti e di informazione imposti dalla particolare diligenza qualificata ex art. 1176, secondo comma c.c., ma anche dei doveri generali di diligenza, ove tali violazioni si siano risolte nel deposito di una domanda di concordato ex ante non idonea, in quanto manifestamente e giuridicamente non fattibile.

- 15 -

Cliente sottoscrive foglio in bianco, l’avvocato lo riempie con un patto di quota-lite: è truffa
Cassazione penale, sezione II, sentenza 1 aprile 2020, n. 11030

Pronunciandosi su un ricorso proposto avverso la sentenza con cui la Corte d’appello aveva riformato la sentenza assolutoria del Tribunale nei confronti di un avvocato per il reato di truffa aggravata, avendo fatto sottoscrivere ad una cliente un foglio in bianco dicendole che lo avrebbe riempito con il mandato professionale, poi invece inserendovi un patto di quota-lite non concordato, e provvedendo poi ad intascare oltre 350.000€, la Corte di Cassazione (sentenza 1 aprile 2020, n. 11030)– nel disattendere la tesi difensiva, secondo cui, non essendosi proceduto all'integrale rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale, non sarebbe stato superato il "ragionevole dubbio" - ha diversamente ribadito che integra il reato di truffa la condotta dell'avvocato che, approfittando del rapporto fiduciario e dell'estraneita' alle questioni giuridiche della persona offesa, proponga e faccia sottoscrivere al proprio assistito il patto di quota lite, tacendone l'entita' sproporzionata dell'importo derivante a titolo di compenso delle prestazioni professionali.

- 16 -

Esame avvocato: principi di composizione delle commissioni giudicatrici
C.G.A., sentenza 24 aprile 2020 n. 269.

Dall’immediata applicazione dell’art. 47, Legge n. 247 del 2012 discende che è venuto meno il principio c.d. di fungibilità dei componenti delle commissioni giudicatrici degli esami di abilitazione all’esercizio delle professioni forensi in passato applicabile ex art. 22, comma 5, r.d.l. n. 1578 del 1933; è pertanto viziato l’operato delle sottocommissioni di esame che procedano alla elaborazione dei subcriteri, alla correzione degli elaborati scritti, ed alla celebrazione dell’esame orale in assenza di commissari appartenenti a ciascuna delle categorie professionali indicate sub art. 47, Legge n. 247 del 2012. Lo stabilisce il

- 17 -

Notevole spostamento dai parametri tariffari? Il giudice deve indicare i criteri di liquidazione
Cassazione civile, sez. III, ordinanza 23 aprile 2020, n. 8146

Solo in caso di scostamento apprezzabile dai valori medi della tabella allegata al d.m. n. 55 del 2014 il giudice è tenuto a indicare i parametri che hanno guidato la liquidazione del compenso; scostamento che può anche superare i valori massimi o minimi determinati in forza delle percentuali di aumento o diminuzione, ma in quest'ultimo caso fermo restando il limite di cui all'art. 2233, comma secondo, cod. civ., che preclude di liquidare, al netto degli esborsi, somme praticamente simboliche, non consone al decoro della professione.

- 18 -

Tributi prescritti - Compensazione delle spese processuali - Non sussiste.
ordinanza 8272, sezione Sesta – T del 29-04-2020 (C.p.c. art. 92)

In caso di riscossione di un tributo già scaduto, le spese di giudizio sono interamente a carico del fisco e non possono essere compensate con il contribuente.

- 19 -

Avvocati - Studio associato - Attività giudiziale - Pagamento dell’onorario - Richiesta di pagamento effettuata dall’associazione professionale - Abilitata solo alle consulenze - Legittimità della richiesta di pagamento dell’onorario - Esclusione - Motivi.
ordinanza 8358, sezione Seconda del 29-04-2020

L’associazione professionale tra avvocati non può chiedere il pagamento di onorari per l’attività giudiziale svolta se è abilitata solo a fornire consulenze. Il giudice, pertanto, ha l’obbligo di verificare lo statuto per accertare che l’ente sia autorizzato a stipulare contratti e ad acquisire la titolarità dei rapporti delegati poi al singolo legale.

- 20 -

AVVOCATO E PROCURATORE
Oggetto: Gratuito patrocinio - Compenso al difensore - Anticipazione a carico dell’Erario - Sussiste.
sentenza 8361, sezione Seconda Civile del 29-04-2020 (D.p.r. 115/2002, art. 116)

Lo Stato è tenuto ad anticipare il compenso al difensore d’ufficio anche quando questo ha già ottenuto un decreto ingiuntivo contro il cliente. In poche parole, il professionista non è tenuto a dimostrare che la procedura di esecuzione sarebbe infruttuosa.

- 21 -

DIFENSORE
Oggetto: Impedimento a comparire - Legittimo impedimento - Adesione all’astensione dalle udienze proclamata dagli organismi di categoria - Comunicazione in forma scritta - Almeno due giorni prima dell’udienza - Necessità - Sussiste
sentenza 13387, sezione Prima del 30-04-2020 (C.p.p. art. 420 ter)

L’adesione all’astensione da parte del difensore dell’imputato, qualora formulata in forma scritta, deve pervenire nella cancelleria del giudice procedente entro il termine di almeno due giorni prima della data stabilita per l’udienza, difettando, in caso di inosservanza, una condizione necessaria all’esercizio del diritto all’estensione.

- 22 -

Provvedimenti cautelari - Reclamo - Rigetto - Condanna alle spese - Ammissibilità - Esclusione - Motivi.
sentenza 8432, sezione Prima del 30-04-2020

Il rigetto del reclamo contro i provvedimenti cautelari emessi in sede di separazione tra i coniugi non legittima la condanna immediata alle spese. La decisione, infatti, è destinata a rimanere assorbita dalla pronuncia di merito che provvederà anche a regolamentare le spese dell’intero giudizio.

- 23 -

PCT: va esclusa la rimessione in termini in caso di preavviso del blocco del sistema
Cassazione civile, Sez. I, ordinanza 27 aprile 2020, n. 8217

Deve escludersi la sussistenza dei presupposti per la rimessione in termini, allorchè l’inosservanza del termine per l’iscrizione della causa a ruolo sia da ascrivere alla condotta del difensore della ricorrente il quale, pur nell’obiettiva incertezza della data di ripresa dei servizi telematici, decise di optare per una tardiva costituzione cartacea, anziché di provvedervi nell’ultimo giorno utile, nell’erroneo convincimento che il perdurante blocco dei servizi telematici avrebbe legittimato la rimessione in termini. Così ha disposto l’ordinanza n. 8217/2020 della Cassazione civile.

Documenti e link

Social

X