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Giurisprudenza Avvocati (al 16/11/2018)

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Giurisprudenza Avvocati (al 16/11/2018)

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Difensore - Differimento dell’udienza – Istanza – Invita mediante posta elettronica certificata – Senza accertarsi del regolare arrivo e della sua tempestiva sottoposizione all’attenzione del giudice procedente - Sussiste.
sentenza 43184, sezione Terza del 01-10-2018 (L. 11.04.2000, n. 83, art. 2 bis)
Deve ritenersi legittimo l’uso della posta elettronica certificata da parte del difensore per inviare l’istanza con cui si chiede il differimento dell’udienza per la partecipazione all’astensione dalle udienza proclamata dall’organismo di categoria anche senza accertarsi del regolare arrivo della mail in cancelleria e della sua tempestiva sottoposizione all’attenzione del giudice procedente, non risultando chiaro come e perché il professionista deve interferire con l’organizzazione giudiziaria, per accertarsi dell’arrivo della Pec, quando la stessa automaticamente certifica la ricezione al destinatario della e-mail, accollandosi invece al difensore un onere non previsto dalla legge e di difficile (se non impossibile) esecuzione.

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Avvocati – Scelta di non chiamare in causa una coassicuratrice – Assenza di sottoscrizione della polizza – Responsabilità professionale – Esclusione.
ordinanza 23740, sezione Seconda del 01-10-2018
Esclusa la responsabilità professionale dell'avvocato che sceglie di non chiamare in causa una delle coassicuratrici. In assenza della sottoscrizione della polizza da parte della seconda compagnia nessuna violazione può essere contestata all'operato del legale.

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Istanza di rinvio - Legittimo impedimento - Concomitante impegno professionale del difensore - Imputato sottoposto a misura cautelare - Condizioni.
sentenza 43649, sezione Terza Penale del 03-10-2018
Non è manifestamente illogica né errata, essendo anzi conforme ai principi desumibili dall'articolo 132 bis Cpp, la decisione di rigetto dell'istanza di rinvio dell'udienza per legittimo impedimento del difensore che adduca concomitante impegno professionale quando il processo riguardi imputato detenuto in custodia cautelare e sia stata invece accordata preferenza alla trattazione di procedimenti in cui tale situazione non ricorra, né ricorrano altre situazioni di priorità indicate nella citata disposizione o altrimenti ricavabili da norme di legge.

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AVVOCATO E PROCURATORE
Oggetto: Associazione tra legali - Somma di denaro - Particante - Esame non superato - Restituzione della somma - Sussiste.
ordinanza 24791, sezione Sesta Civile del 09-10-2018
L'avvocato deve restituire la somma che versa il padre del praticante con cui ha stretto l'accordo per realizzare un'associazione professionale se il tirocinante non supera l'esame. Il legale, infatti, non può trattenere il denaro con la scusa di aver accolto il tirocinante nel suo studio perché l'attività di formazione dei praticanti non può essere considerata oggetto di valutazione economica.

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AVVOCATO E PROCURATORE
Oggetto: Convenzione con il cliente – Compenso superiore ai massimi tariffari – Sussiste.
ordinanza 25054, sezione Seconda del 10-10-2018 (C.c. art. 2233)
In tema di compensi spettanti ai prestatori d’opera intellettuale, l’articolo 2233 Cc pone una gerarchia di carattere preferenziale, indicando in primo luogo l’accordo delle parti ed in via soltanto subordinata le tariffe professionali, ovvero gli usi: le pattuizioni tra le parti risultano dunque preminenti su ogni altro criterio di liquidazione ed il compenso va determinato in base alla tariffa ed adeguato all’importanza dell’opera soltanto in mancanza di convenzione. In particolare, in materia di onorari di avvocato deve ritenersi valida la convenzione tra professionista e cliente, che stabilisce la misura degli stessi in misura superiore al massimo tariffario, vigendo il principio di ammissibilità e validità di convenzioni aventi ad oggetto i compensi dovuti dai clienti agli avvocati, anche con previsione di misure eccedenti quelle previste dalle tariffe forensi.

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RICORSO IN CASSAZIONE
Oggetto: Sentenza impugnata – Relata di notifica – Omesso deposito – Abuso del processo – Sussiste.
ordinanza 25176, sezione Terza del 11-10-2018 (C.p.c. art. 96, 369)
Deve essere dichiarato improcedibile il ricorso per cassazione manca del tutto la relata di notifica che deve essere depositata unitamente al ricorso ed alla copia autentica della sentenza impugnata dovendo la parte essere condannata per responsabilità processuale aggravata laddove il mancato assolvimento dell’obbligo di cui all’articolo 369 secondo comma n. 2 Cpc, oltre a determinare la dichiarazione di improcedibilità del giudizio, non è compatibile con un quadro ordinamentale che, da una parte, deve universalmente garantire l’accesso alla giustizia ed alla tutela dei diritti e, dall’altra, deve tener conto del principio costituzionalizzato della ragionevole durata del processo e della necessità di creare strumenti dissuasivi rispetto ad azioni proposte senza l’osservanza delle norme procedurali o con gravi errori di diritto.

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Domanda – Mera finalità dilatoria – Abuso del diritto – Sussiste
ordinanza 25210, sezione Sesta - 1 del 11-10-2018 (R.d. 16.03.1942, n. 267, art. 161)
La domanda di concordato preventivo, sia esso ordinarlo o con riserva presentata dal debitore non per regolare la crisi dell'impresa attraverso un accordo con i suoi creditori, ma con il palese scopo di differire la dichiarazione di fallimento, è inammissibile in quanto integra gli estremi di un abuso del processo, che ricorre quando, con violazione dei canoni generali di correttezza e buona fede e dei principi di lealtà processuale e del giusto processo, si utilizzano strumenti processuali per perseguire finalità eccedenti o deviate rispetto a quelle per le quali l'ordinamento li ha predisposti

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Professionista – Clausola di durata – Rinuncia al recesso – Espansione per implicito – Non sussiste
sentenza 25668, sezione Seconda del 15-10-2018 (C.c. art. 2237)
Deve ritenersi che in relazione a rapporti professionali di rilievo, redatti da soggetti molto qualificati con contratti sottoposti a trattativa, la rinuncia al recesso debba esprimersi contrattualmente e non sia consentita un’espansione per implicito della clausola di durata, così penalizzante per il cliente: ne consegue che la previsione di un termine di durata del rapporto non esclude di per sé la facoltà di recesso ad nutum del cliente e che sia invece necessaria in proposito l’esistenza di un concreto contenuto del regolamento negoziale, che dimostri che le parti abbiano inteso, attraverso la previsione del termine, escludere la possibilità di scioglimento del contratto prima della scadenza pattuita.

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SPESE GIUDIZIALI
Oggetto: Condanna – Compensazione – Reciproca soccombenza o gravi ed eccezionali ragioni – Indicazione specifica delle ragioni – Necessità.
ordinanza 25620, sezione Sesta - 5 del 15-10-2018 (C.p.c. art. 91,92)
Le gravi ed eccezionali ragioni che giustificano la compensazione delle spese di lite devono essere indicate in maniera espressa e non solo richiamate in modo generico. Il difetto assoluto di motivazione, infatti, è equiparabile all’enunciazione di ragioni illogiche o erronee quando il contribuente è risultato integralmente vittorioso.

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Avvocato – Controversia per il compenso – Prestazioni giudiziali e non svolte in materia tributaria – Sussiste.
ordinanza 25938, sezione Unite del 16-10-2018 (L. 13.06.1942, n. 794, art. 28) (D.Lgs. 01.09.2011, n. 150, art. 14)
Appartiene alla giurisdizione del giudice ordinario la lite instaurata per il recupero del compenso professionale, vantato dall'avvocato nei confronti del proprio cliente per prestazioni, giudiziali e non, svolte in materia tributaria, senza che sia dato riscontrare alcuna connessione tra il contenzioso volto al recupero del compenso professionale e la controversia di base, laddove il contenzioso volto ad ottenere l’adempimento di un obbligo di natura squisitamente civilistica, nasce da un contratto di prestazione d’opera professionale stipulato tra soggetti privati.

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DIFENSORE
Oggetto: Nomina – Per fatti concludenti – Sussiste.
sentenza 47133, sezione Terza del 17-10-2018 (C.p.p. art. 96, 177, 178)
Deve ritenersi che l’atto di nomina del difensore nel processo penale possa essere desunto per fatti concludenti, prevalendo per il favor defensionis, la sostanza sulla forma, dovendosi ritenere che l’articolo 96 Cpp sia, per la sua intrinseca natura e per la finalità perseguita, una norma non inderogabile, che non produce effetti costitutivi, ma tipicamente ordinatoria e regolamentare, suscettibile come tale di interpretazione ampia ed elastica, essendo l’atto di nomina previsto esclusivamente ad probationem.

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SPESE GIUDIZIALI
Oggetto: Compenso al difensore – Liquidazione – Distinzione per ciascuna fase del giudizio – Necessità – Sussiste.
ordinanza 26269, sezione Seconda del 18-10-2018 (D.m. 20.07.2012, n. 140, art. 41)
In tema di spese processuali i compensi dei professionisti, quando sono riferiti a più fasi del giudizio, devono essere liquidati distinguendo ciascuna fase di esso, in modo da consentire la verifica della correttezza dei parametri utilizzati ed il rispetto delle relative tabelle.

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AVVOCATO E PROCURATORE
Oggetto: Diritto al compenso - Incarico - Mandato - Produzione di copia e non di originale atto di citazione contenente il mandato - Sussiste.
sentenza 26522, sezione Seconda Civile del 19-10-2018 (C.p.c. art. 83)
Il diritto al compenso nasce dal conferimento del mandato e dall'espletamento dell'incarico (nel caso in esame l'unico soggetto eventualmente interessato al rispetto delle formalità di conferimento della procura alle liti è l'avversario nel processo).

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SPESE GIUDIZIALI
Oggetto: Consulenza preventiva - Liquidazione - Condizioni.
ordinanza 26573, sezione Sesta Civile del 22-10-2018 (C.p.c. art. 669, 696)
Per effetto del combinato disposto degli articoli 669 septies, secondo comma, e 669 quaterdecies Cpc, nei procedimenti di consulenza preventiva ex art. 696 bis Cpc il giudice può procedere alla liquidazione delle spese processuali (a carico della parte ricorrente) solamente nei casi in cui dichiari la propria incompetenza o l'inammissibilità del ricorso oppure lo rigetti senza procedere all'espletamento del mezzo istruttorio richiesto. Qualora, viceversa, dia corso alla consulenza preventiva, il giudice non ha il potere di statuire sulle spese. L'eventuale provvedimento in tal senso risulta abnorme, ma non è impugnabile ai sensi dell'articolo 111, settimo comma, della Costituzione, giacché privo dei caratteri della definitività e della decisorietà. Data la sua natura sommaria, ove venga azionato come titolo esecutivo, può essere opposto ai sensi dell'articolo 615 Cpc come se fosse un titolo esecutivo stragiudiziale, assumendo l'opposizione il valore di querela nullitatis. Il provvedimento è altresì discutibile anche nel caso in cui venga iniziato il giudizio di merito sulla pretesa in relazione alla quale era stata richiesta la consulenza preventiva

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Notificazioni – Sentenza ricevuta dal praticante avvocato di un altro studio – Legittimità.
sentenza 26648, sezione Lavoro del 22-10-2018
Valida la notifica ricevuta dal praticante avvocato di un altro studio. Spetta al destinatario dimostrare l’inesistenza di qualsiasi relazione di collaborazione professionale e la casualità della presenza del consegnatario in quel luogo.

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AVVOCATO E PROCURATORE
Oggetto: Compenso – Contenzioso con il cliente - Rito sommario speciale – Applicabilità all’opposizione a decreto ingiuntivo – Sussiste.
sentenza 26778, sezione Seconda del 23-10-2018 (D.Lgs. 01.09.2011, n. 150, art. 14)
Deve essere annullata con rinvio l’ordinanza del tribunale che dichiara inammissibile in quanto tardiva l’opposizione a decreto ingiuntivo proposta dal cliente nell’ambito del contenzioso sul compenso all’avvocato sul rilievo che dovesse essere proposta con citazione in quanto ne contestava la stessa debenza dovendosi ritenere che una volta appurata l’applicabilità delle regole procedurali indicate dall’articolo 14 del decreto legislativo 150/11 alle controversie per la liquidazione delle spettanze dell’avvocato anche nell’ipotesi in cui la domanda riguardi l’an della pretesa ne consegue che detto rito sommario speciale vada applicato anche per la proposizione dell’opposizione a decreto ingiuntivo.

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AVVOCATO E PROCURATORE
Oggetto: Praticante avvocato – Abilitato al patrocinio – Decorso di sei anni – Cancellazione dal registro – Reclamo – Efficacia sospensiva – Esclusione.
sentenza 26704, sezione Terza del 23-10-2018
Il reclamo presentato dal praticante avvocato non sospende la sua cancellazione dal registro degli abilitati al patrocinio. L’abilitazione, infatti, viene meno in maniera automatica e il Consiglio dell’Ordine non ha la possibilità di bloccare l’iter alla scadenza dei sei anni o di prorogarne la durata.

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PREVIDENZA E ASSISTENZA
Oggetto: Avvocati – Cassa forense – Mancato versamento dei contributi – Domanda di condono – Riconoscimento della pretesa contributiva – Esclusione – Interruzione del decorso della prescrizione – Esclusione.
sentenza 26820, sezione Lavoro del 23-10-2018
La domanda di condono previdenziale presentata dall’avvocato non costituisce riconoscimento della pretesa contributiva della Cassa forense. Infatti l’istanza presentata dal professionista non è idonea a interrompere il decorso della prescrizione che può essere quindi rilevata d’ufficio dal giudice.

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AVVOCATO E PROCURATORE
Oggetto: Spese – Soccombenza reciproca.
ordinanza 26887, sezione Seconda Civile del 23-10-2018 (C.p.c. art. 91)
Il giudice può ripartire le spese processuali fra cliente e avvocato se ha ridotto il compenso chiesto dal professionista. Ciò perché una vittoria parziale del legale giustifica la soccombenza reciproca.

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AVVOCATO E PROCURATORE
Oggetto: Contenzioso sulla parcella – Giudice del luogo dov’è domiciliato il cliente – Competenza – Sussiste.
sentenza 26985, sezione Seconda Civile del 24-10-2018 (C.c. art. 1182)
Spetta al giudice del luogo dove è domiciliato il cliente decidere sul compenso dell’avvocato non ancora determinato al momento del conferimento dell’incarico.

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T.A.R. Campania Napoli, Sez. I, 22 ottobre 2018 n. 6129
A fronte dell’inadempimento da parte dell’Amministrazione dell’obbligo imposto dall’art. 16, comma 12, del D.L. n. 179, di comunicare, entro il 30 novembre 2014, al Ministero della Giustizia l’indirizzo PEC valido ai fini della notifica telematica nei suoi confronti, da inserire in un apposito elenco consultabile esclusivamente dagli uffici giudiziari, dagli uffici notificazioni, esecuzioni e protesti, e dagli avvocati, l’Amministrazione stessa, in considerazione dei canoni di autoresponsabilità e legittimo affidamento, non può trincerarsi dietro il disposto normativo che prevede uno specifico elenco da cui trarre gli indirizzi PEC ai fini della notifica degli atti giudiziari, per trarne benefici in termini processuali, così impedendo di fatto alla controparte di effettuare la notifica nei suoi confronti con modalità telematiche.

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Compensi avvocato: illegittima la liquidazione in misura inferiore ai parametri ministeriali
Cassazione civile, sez. II, ordinanza 5 novembre 2018, n. 28267

Secondo la Cassazione, ordinanza 5 novembre 2018, n. 28267, nel vigore del D.M. 55/2014 (e a differenza del regime del D.M. 140/2012) il giudice è tenuto liquidare a titolo di compenso somme non superiori al massimo e non inferiori al minimo previsto dai parametri, poiché il citato decreto contiene disposizioni speciali e sopravvenute rispetto a quelle del D.M. 140/2012, direttamente volte a regolare la materia delle spese processuali e non i rapporti tra l'avvocato ed il cliente.

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SPESE GIUDIZIALI
Oggetto: Sentenza annullata in Cassazione – Giudizio di rinvio – Condanna in solido del cliente e dell’avvocato al pagamento delle spese – Atteggiamenti difensivi divergenti – Ammissibilità – Esclusione.
sentenza 27476, sezione Terza del 30-10-2018
In tema di spese di processuali, l’avvocato non può essere condannato in solido con il cliente a pagare le spese del giudizio di rinvio e di Cassazione. Infatti, in assenza di una comunanza di interessi o di atteggiamenti difensivi convergenti, ciascuno risponde per la propria posizione. Ne consegue che al legale può essere imposto di restituire le spese di lite indebitamente percepite nel giudizio annullato mentre la parte da lui assistita è tenuta a versare quanto disposto dal giudice a titolo di condanna.

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AVVOCATO E PROCURATORE
Oggetto: Praticante – Iscrizione alla Cassa forense – Fattispecie.
sentenza 27943, sezione Lavoro del 31-10-2018 (L. 20.09.1980, N. 576, art. 22)
Deve escludersi che il professionista abbia i requisiti della pensione dal momento che la Cassa Forense non aveva potuto procedere all’iscrizione per gli anni di svolgimento dell’attività di procuratore legale - iscrizione, questa, all’epoca rimessa alla facoltà del praticante ai sensi dell’articolo 22 della legge 576/80 - dovendosi ritenere che alla data di entrata in vigore della legge 141/92, che aveva riaperto i termini per la presentazione delle istanze di retrodatazione dell’iscrizione alla Cassa forense, il procedimento attivato dalla precedente domanda dell’interessato del 1990 doveva intendersi ormai concluso, essendo già decorso il termine di trenta giorni di cui all’art. 2 della legge 241/90 per la definizione del procedimento.

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Insinuazione al passivo – Prestazioni eseguite da un avvocato – Richiesta di pagamento degli onorari – Riduzione degli onorari da parte del giudice – Mancata evidenziazione di problemi tecnici nello svolgimento dell’attività – Legittimità della riduzione – Sussistenza.
ordinanza 28099, sezione Sesta -1 del 05-11-2018
In materia fallimentare, l’avvocato non può contestare il “taglio” degli onorari senza dimostrare l’entità delle prestazioni eseguite per il fallito. Con la domanda di insinuazione al passivo, infatti, il legale deve evidenziare la sussistenza dei pregnanti problemi tecnici nello svolgimento delle pratiche affidate alla sua cura.

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APPELLO
Oggetto: Protezione internazionale - Domanda di riconoscimento - Decisione in primo grado - Appello ex articolo 702 quater Cpc - Regime introdotto dall’articolo 27, comma 1, lettera f) del decreto legislativo 142/15 - Forma - Ricorso
sentenza 28575, sezione Unite del 08-11-2018 (C.p.c. art. 702 quater) (D.lgs. 01.09.2011, n. 150, art. 19) (D.lgs. 18.08.2015, n. 142, art. 27)
Nel regime dell’articolo 19 del decreto legislativo 150/11, come modificato dall’articolo 27 comma 1, lettera f) del decreto legislativo 142/15, l’appello avverso la decisione di primo grado sulla domanda volta al riconoscimento della protezione internazionale, sia in caso di rigetto che di accoglimento, deve essere introdotta con ricorso e non con citazione.

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ASSISTENZA E DIFESA
Oggetto: Agenzia Entrate Riscossione – Patrocinio - Avvocato del libero foro – Mandato – Senza il vaglio dell’organo di vigilanza – Al di fuori dei casi di urgenza – Nullità – Sussiste.
sentenza 28684, sezione Tributaria del 09-11-2018 (D.l. 22.10.2016, n. 193, art. 1)
Laddove il mandato all’avvocato del libero foro sia stato rilasciato da Agenzia Entrate Riscossione senza il vaglio dell’organo di vigilanza e non ricorra un caso di urgenza oppure non si sia in presenza di un documentato conflitto di interessi reale, tale atto è nullo ed è suscettibile di sanatoria soltanto nei limiti stabiliti dall’articolo 125 Cpc e a certe condizioni ma esclusivamente per i giudizi di merito e non per il giudizio di cassazione, a meno che si sia formato giudicato interno sul punto.

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AVVOCATO E PROCURATORE
Oggetto: Cliente – Prova – Fatto estintivo – Incertezza – A danno del debitore – Sussiste.
ordinanza 28779, sezione Seconda del 09-11-2018 (C.c. art. 1193)
Se un avvocato agisce contro il cliente per il pagamento di un determinato credito, riferito a ben determinate prestazioni, e il cliente eccepisce di avere pagato nel corso del tempo una somma di molto maggiore rispetto a quella richiesta, riferita indistintamente a tutte le pratiche curate dal legale nel suo interesse l’onere del debitore di dimostrare l’efficacia estintiva del pagamento non può ritenersi assolto in base al rilievo che l’avvocato non abbia specificamente contestato la ricezione della somma, ma si sia limitato a dedurre l’incongruenza fra l’importo oggetto della domanda e quello oggetto di eccezione: ne consegue che il cliente deve essere condannato a pagare la somma richiesta dall’avvocato dovendosi risolvere contro lo stesso debitore l’incertezza nella prova del fatto estintivo.

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AVVOCATO E PROCURATORE
Oggetto: Assistenza stragiudiziale – Successioni, divisioni e liquidazioni – Compenso del legale – Quota del cliente – Sussiste.
ordinanza 28856, sezione Sesta - 2 del 12-11-2018
Deve ritenersi che per la liquidazione del compenso dovuto all’avvocato per l’assistenza stragiudiziale in pratiche inerenti a successione, a divisioni e liquidazioni si ha riguardo alla quota attribuita al cliente.

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NOTIFICAZIONI
Oggetto: Ufficiale giudiziario – Fattispecie.
ordinanza 29039, sezione Terza del 13-11-2018 (C.p.c. art. 138, 141)
In tema di notificazione di un atto di impugnazione, tempestivamente consegnato all’ufficiale giudiziario, qualora la notificazione non si sia perfezionata per l’avvenuto trasferimento del difensore domiciliatario e l’ufficiale giudiziario abbia appreso, già nel corso della prima tentata notifica, il nuovo domicilio del procuratore, il procedimento notificatorio non può ritenersi esaurito ed il notificante non incorre in alcuna decadenza, a nulla rilevando, in tali casi, che il perfezionamento della notifica intervenga successivamente allo spirare del termine, non potendo ridondare su di lui la mancata prosecuzione dell’attività da parte dell’ufficiale giudiziario. La contestuale prosecuzione del procedimento presso il luogo ove l’ufficiale giudiziario abbia avuto modo di apprendere che si trovi il notificatario rientra nei suoi compiti tutte le volte in cui - come nel caso in esame, caratterizzato dalla assoluta vicinanza fra l’indirizzo indicato e quello accertato – essa importi un impegno minimo che è del tutto ragionevole attendersi dal pubblico ufficiale al quale è stato affidato l’incarico.

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NOTIFICAZIONI
Oggetto: Atto giudiziario – Mediante posta elettronica certificata – Mancato buon fine – Per causa imputabile al destinatario – Deposito in cancelleria – Sussiste.
sentenza 51464, sezione Terza del 14-11-2018 (D.L. 20.06.2012, n. 79, art. 16) (D.m. 21.02.2011 n. 44, art. 16)
Quando la trasmissione dell’atto giudiziario via posta elettronica certificata non va a buon fine per causa imputabile al destinatario, trova applicazione l’articolo 16, comma 6, del decreto legge 179/12, secondo cui le notificazioni e le comunicazioni «sono eseguite esclusivamente mediante deposito in cancelleria», dovendosi ritenere che, nonostante la mancata ricezione della comunicazione per causa a lui imputabile, il destinatario è comunque nella condizione di prendere cognizione degli estremi della comunicazione medesima, in quanto il sistema invia un avviso al portale dei servizi telematici, di modo che il difensore destinatario, accedendovi, viene informato dell’avvenuto deposito.

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SPESE GIUDIZIALI
Oggetto: Liquidazione – Soccombenza reciproca – Prevalenza – Numero di domande accolte o respinte – Irrilevanza – Valutazione complessiva del giudizio – Necessità.
ordinanza 29339, sezione Seconda del 14-11-2018 (C.p.c. art. 91, 92)
Nella liquidazione delle spese di giudizio il numero di domande accolte o respinte non determina la prevalenza della soccombenza reciproca. Il giudizio, infatti, deve essere valutato nel suo complesso e la liquidazione deve avvenire in base ai principi indicati dal codice di procedura civile.

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SPESE GIUDIZIALI
Oggetto: Parametri forensi - Fattispecie
ordinanza 29446, sezione Seconda del 15-11-2018 (D.m. 10.03.2014, n. 55, art. 4)
Le tabelle allegate al dm 55/2014 non indicano valori minimi e massimi, ma piuttosto un parametro di riferimento medio, che se da un lato non costituisce un vincolo alla determinazione delle spese processuali tuttavia rappresenta un criterio di massima dal quale il giudice si può discostare nei limiti indicati dall’art.4 del decreto, tenendo conto degli elementi ivi indicati e fornendo adeguata motivazione. che l’espressione «di regola» contenuta nel richiamato art.4 abbia un duplice significato. Ne consegue che deve ritenersi che l’espressione «di regola» contenuta nel richiamato articolo 4 ha un duplice significato: da un lato, essa conferma il potere-dovere del giudice di determinare le spese processuali, all’interno degli ordinari limiti minimo e massimo previsti dalla norma, facendo riferimento ai parametri generali indicati in apertura della disposizione; dall’altro lato essa impone, soltanto per l’eventualità in cui il giudice ritenga di superare i predetti limiti ordinari di aumento e diminuzione, l’adozione di una specifica motivazione.

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AVVOCATO E PROCURATORE
Oggetto: Attività stragiudiziale – Conferimento dell’incarico – Prova testimoniale – Ammissibilità.
sentenza 29614, sezione Prima del 16-11-2018
Il conferimento dell’incarico all’avvocato per svolgere attività stragiudiziale può essere provato per testimoni. La necessità della forma scritta, infatti, riguarda i patti che stabiliscono la misura del compenso ma non l’esistenza del mandato professionale. Ne consegue che il giudice, in sede di accertamento del relativo credito nel passivo fallimentare, può ammettere l’interessato a provare anche con testimoni sia il contatto che il suo contenuto.

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