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giuriprudenza avvocati 31/10/2020

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Giurisprudenza Avvocati (31/10/2020)

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Esame avvocato: in caso di plagio, prova annullata per chi copia e chi viene copiato
Tar Campania, sez. VIII, sentenza 1 ottobre 2020 n. 4144

Le disposizioni che regolano l’esame per l’abilitazione alla professione di avvocato sono inter alia volte a garantire l’originalità del prodotto intellettuale del candidato, quale elemento rilevatore del grado di maturità e di preparazione richiesto, anche a garanzia della regolarità dell’esame e nell’interesse della par condicio degli altri partecipanti. La violazione della disciplina in esame sussiste in tutte le ipotesi in cui dalla prova scritta emerga un’impostazione del tema o di parte di esso che costituisca un’imitazione con carattere pedissequo e fraudolento, del testo o di altro lavoro assunto a parametro di confronto. Nel caso in cui amplissime porzioni degli elaborati del ricorrente siano conformi all’elaborato di altro candidato, non occorre svolgere alcuna indagine per verificare chi sia l’autore del plagio, poiché una volta verificata senza ombra di dubbio l’identità tra le prove di due candidati, ne consegue necessariamente l’annullamento dei compiti di entrambi, dovendosi considerare l’elaborato del candidato inutilizzabile ai fini dell’esame, non fornendo contezza della sua preparazione e delle sue capacità. Lo stabilisce il Tar Campania, sez. VIII, sentenza 1 ottobre 2020 n. 4144.

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Valida la notificazione eseguita alla PEC risultante dall'albo di appartenenza
Cassazione civile, Sez. I, ordinanza 24 settembre 2020, n. 20039

Il principio per il quale la nullità non può essere mai pronunciata se l'atto ha raggiunto lo scopo a cui è destinato, vale anche per le notificazioni, in relazione alle quali, pertanto, la nullità non può essere dichiarata tutte le volte che l'atto, malgrado l'irritualità della notificazione, sia venuto a conoscenza del destinatario. In questo modo si è pronunciata la Cassazione civile con l’ordinanza n. 20039/2020.

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Procura alle liti - Rilascio - Modalità - Art. 365 c.p.c. - Requisito dell'iscrizione dell'avvocato nell'apposito albo - Necessità di espressa menzione dell'iscrizione nel ricorso - Esclusione
Cassazione civile, sez. IV, lavoro, 19 Agosto 2020, n. 17317. Pres. Amelia Torrice. Est. Patti.

Ai fini dell'ammissibilità del ricorso per cassazione ai sensi dell'art. 365 c.p.c., è necessario che lo stesso sia sottoscritto da avvocato iscritto nell'apposito albo speciale, munito di mandato a margine o in calce all'atto, o comunque a questo allegato, rilasciato dopo la pubblicazione della sentenza impugnata e prima della notificazione del ricorso stesso, senza, tuttavia, che sia prescritto che di tale iscrizione venga fatta espressa menzione nel ricorso. (massima ufficiale)

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Cartella di pagamento - Notifica via Pec del pdf - Legittimità - Sussiste.
ordinanza 21328, sezione Sesta – T del 05-10-2020 (D.lgs. 13.12.2017, n. 217, art. 66)

La Cassazione semplifica la procedura di riscossione dell’Ader. È infatti valida la cartella di pagamento in pdf notificata al contribuente solo via Pec. E ciò anche senza attestazione di conformità.

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COMUNICAZIONE E NOTIFICAZIONI - Variazione del domicilio eletto - Contribuente - Difensore - Mancata comunicazione - Avviso di trattazione dell’udienza - Deposito in segreteria - Sussiste - Mera affissione all’albo - Senza deposito formale - Annullamento - Sussiste
sentenza 21398, sezione Tributaria del 06-10-2020 ((D.lgs. 31.12.1992, n. 546, art. 17)

Deve ritenersi in materia di contenzioso tributario che l’omessa comunicazione del mutamento di indirizzo, ancorché riferito a quello elettivo presso lo studio del proprio difensore, esoneri comunque e sempre l’ufficio della commissione tributaria dal compimento di ulteriori ricerche, e di conseguenza renda corretta e compiuta la comunicazione tramite deposito nella segreteria, prescritto dal comma 3 dell’articolo 17 del decreto legislativo 546/92, dovendo tuttavia annullarsi la sentenza impugnata laddove, non avendo la comunicazione raggiunto il destinatario, l’ufficio si è limitato alla sua affissione all'albo, senza un formale deposito in segreteria, mentre la comunicazione eseguita presso un domicilio non più attuale poteva dirsi formalmente compiuta solo nell'ipotesi in cui essa fosse stata correttamente depositata in segreteria, risultando nel fascicolo d’ufficio del procedimento.

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REATI DEI PROFESSIONISTI
Oggetto: Avvocati - Sequestro per falsa apposizione di firma - Su tutte le pratiche dello studio - Illegittimità - Non sussiste.
sentenza 27988, sezione Quinta Penale del 07-10-2020 (C.p. 481)

Le pratiche e i documenti dello studio legale non possono essere sequestrati tutti e indistintamente dagli inquirenti che devono sempre chiarire il collegamento fra quanto sottoposto a misura e l’ipotesi di reato contestata al professionista.

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AVVOCATO E PROCURATORE
Oggetto: Prestazioni professionali stragiudiziali - Inevitabilità della lite - Esito negativo delle trattative con la controparte - Mancata liquidazione - Annullamento - Sussiste
ordinanza 21565, sezione Seconda del 07-10-2020 (D.m. 08.04.2004, n. 127, art. 2)

Deve essere annullata con rinvio la sentenza d’appello che esclude la liquidazione dell’attività stragiudiziale svolta dall’avvocato senza verificare su per quanto compiuto dal difensore nella fase anteriore all’instaurazione del giudizio quali prestazioni fossero strettamente funzionali o preordinate allo svolgimento di attività propriamente processuali o fossero ad esse complementari, a nulla rilevando che le trattative con la controparte abbiano avuto esito negativo o che la lite fosse comunque inevitabile.

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Avvocati - Compenso per accertamento tecnico preventivo obbligatorio - Più basso rispetto a giudizio di fronte al Tribunale.
ordinanza 21535, sezione Seconda Civile del 07-10-2020 (C.p.c. art. 445 bis )

Al legale che svolge l’accertamento tecnico preventivo obbligatorio spetta un compenso più basso rispetto a quanto pattuito con il cliente che non può essere parametrato a quello del giudizio ordinario.

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Avvocati - Compenso per lo studio associato - Mandato conferito al singolo professionista - Pagamento individuale - Sussiste.
ordinanza 21868, sezione Seconda Civile del 09-10-2020 (C.c. art. 2229 )

Lo studio associato non può pretendere il pagamento della parcella se il cliente ha conferito mandato al singolo legale. Ciò perché prevale il principio di personalità della prestazione.

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Avvocato avvisato dell’interrogatorio del detenuto solo il giorno prima: tutto regolare
Cassazione penale, sezione II, sentenza 21 settembre 2020, n. 26343

Pronunciandosi su un ricorso proposto avverso la ordinanza con cui il Tribunale per il riesame aveva rigettato l'appello proposto nei confronti dell'ordinanza che aveva applicato ad un indagato la misura cautelare della custodia in carcere, ritenendo tempestivo l'avviso dell'interrogatorio di garanzia notificato al difensore il giorno prima del compimento dell'atto, la Corte di Cassazione (sentenza 21 settembre 2020, n. 26343) – nel rigettare la tesi difensiva, secondo cui l'avviso dell'interrogatorio di garanzia notificato al difensore 24 ore prima del compimento dell'atto non aveva consentito l'esercizio del diritto di difesa, tenuto conto che l'interrogatorio si svolgeva a 600 km. di distanza dal luogo in cui il difensore aveva lo studio - ha invece affermato che dovendosi valutare la effettività delle garanzie difensive esercitabili attraverso l'interrogatorio di garanzia con riguardo alla particolare funzione dell'atto (che e' quella di consentire un immediato contatto tra la persona privata della liberta' ed il giudice che ha emesso la misura sulla base di atti (di regola) non formati in contraddittorio) e non essendovi una disciplina specifica in ordine al termine che deve intercorrere tra l'avviso dell'atto ed il suo compimento, la effettività delle predette garanzie difensive deve essere valutata con riguardo alle circostanze del caso concreto, che devono essere apprezzate con l'obiettivo di verificare se il difensore abbia avuto possibilità di esercitare il suo mandato.

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All’avvocato che ha prestato la sua opera in giudizio vanno liquidati anche i compensi per l’attività stragiudiziale
Cassazione civile, sez. II, ordinanza 2 ottobre 2020, n. 21565

Secondo la Cassazione ai sensi dell'art. 2 della tariffa degli onorari e delle indennità spettanti agli avvocati in materia stragiudiziale civile, di cui al D.M . 127/2004, applicabile ratione temporis, i rimborsi ed i compensi previsti per le prestazioni stragiudiziali sono dovuti dal cliente anche se il professionista abbia prestato la sua opera in giudizio, sempre che dette prestazioni non siano connesse e complementari con quelle giudiziali, sì da costituirne il naturale completamento.

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Separazione e gratuito patrocinio: i redditi dei coniugi non si cumulano
Cassazione civile, sez. II, sentenza 29 settembre 2020, n. 20545

Ai fini dell’applicazione della disciplina in tema di gratuito patrocinio, sia nella separazione giudiziale, sia in quella consensuale devono ritenersi sussistenti interessi confliggenti; conseguentemente, per determinare il reddito preso a riferimento ai fini del riconoscimento del patrocinio a spese dello Stato, non deve essere considerato il reddito dell’altro coniuge.

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Il compenso stabilito contrattualmente dall’avvocato con il cliente non è vincolante
Corte d’Appello di Bari, sentenza 18 giugno 2020, n. 1065

La Corte d’appello di Bari, sentenza 18 giugno 2010, esamina l’entità del compenso professionale pattuito dall’avvocato con il proprio cliente nel contratto di conferimento d’incarico per la difesa giudiziale sulla scorta dei parametri ministeriali, precisando che la relativa determinazione deve comunque tenere conto dell’attività espletata effettivamente dal suddetto professionista, il quale, non può chiedere somme relative ad una singola fase processuale che di fatto non ha trovato ingresso nel giudizio civile.

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SPESE GIUDIZIALI
Oggetto: DISTRAZIONE DELLE SPESE - Impugnazione della sentenza di condanna alle spese con distrazione a favore del difensore - Qualità di parte del difensore - Configurabilità - Condizioni - Impugnazione relativa all’inadeguatezza della liquidazione - Legittimazione esclusiva della parte rappresentata - Legittimazione del distrattario - Esclusione
ordinanza 22140, sezione Sesta - 2 del 14-10-2020

Il difensore che abbia chiesto la distrazione delle spese può assumere la qualità di parte, attiva o passiva, nel giudizio di impugnazione solo se la sentenza impugnata non abbia pronunciato sull’istanza di distrazione o l’abbia respinta ovvero quando il gravame investa la pronuncia stessa di distrazione, sicché, ove il gravame riguardi solo l’adeguatezza della liquidazione delle spese, la legittimazione spetta esclusivamente alla parte rappresentata.

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Giudizi innanzi al CNF: comunicazioni e notificazioni della cancelleria tramite PEC
Consiglio Nazionale Forense, circolare 29 settembre 2020, n. 7-C-2020

Con la circolare n. 7-C-2020 del 29 settembre 2020, inviata ai Presidenti dei Consigli dell’Ordine degli Avvocati, ai Presidenti dei Consigli distrettuali di disciplina e ai Presidenti delle Unioni regionali Forensi, il Consiglio Nazionale Forense ha reso noto che anche ai giudizi celebrati innanzi a se è applicata la regola per cui le comunicazioni e le notificazioni a cura della cancelleria devono essere effettuate esclusivamente per via telematica all’indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi o comunque accessibili alle pubbliche amministrazioni, secondo la normativa, anche regolamentare, concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici.

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Successioni: recupero della legittima, come si calcola la parcella.
Cassazione civile, sez. II, ordinanza 7 ottobre 2020, n. 21565

Al fine del calcolo della parcella, spetta al giudice del rinvio valutare se le attività professionali svolte in sede extragiudiziaria erano state connesse e complementari, oppure no, rispetto all’azione giudiziaria volta a recuperare la porzione legittima. In altre parole, dovrà essere verificato quali prestazioni fossero intrinsecamente funzionali, ovvero preordinate, allo svolgimento delle attività propriamente processuali, oppure fossero alle stesse complementari.

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Il distrattario non è legittimato a contestare il quantum liquidato
Cassazione civile, sez. VI-2, ordinanza 14 ottobre 2020, n. 22140

Il difensore che abbia chiesto la distrazione delle spese può assumere la qualità di parte, attiva o passiva, nel giudizio di impugnazione solo se la sentenza impugnata non abbia pronunciato sull'istanza di distrazione o l'abbia respinta ovvero quando il gravame investa la pronuncia stessa di distrazione, sicché, ove il gravame riguardi solo l'adeguatezza della liquidazione delle spese, la legittimazione spetta esclusivamente alla parte rappresentata.

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PCT: la notifica si perfeziona se la ricevuta è rilasciata entro le ore 24
Cassazione civile, Sez. VI-2, ordinanza 14 ottobre 2020, n. 22136

La notificazione effettuata con modalità telematica si perfeziona per il notificante qualora la ricevuta di accettazione sia rilasciata entro le ore 24 del giorno stesso in cui è eseguita.

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Avvocato falsifica firma sull’istanza per il gratuito patrocinio: solo questo documento è corpo del reato
Cassazione penale, sezione V, sentenza 7 ottobre 2020, n. 27988

Pronunciandosi sul ricorso proposto avverso la ordinanza con cui il tribunale del riesame aveva respinto parzialmente la richiesta presentata da un avvocato, indagato per il reato di falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità (art. 481 c.p.), il quale aveva subito una perquisizione ed un sequestro di documentazione presso il suo studio con l’accusa di aver falsificato la firma di un cliente in calce ad un'istanza di ammissione al patrocinio a spese dello Stato, la Corte di Cassazione (sentenza 7 ottobre 2020, n. 27988) – nell’accogliere la tesi difensiva, secondo cui era da considerarsi illegittimo dei documenti relativi alla pratica, dovendosi considerare corpo di reato solo la predetta istanza - ha infatti affermato che per corpo del reato, in relazione al reato di cui sopra deve intendersi esclusivamente l'istanza di ammissione al patrocinio a spese dello Stato apparentemente sottoscritta dal cliente, laddove, diversamente, tutta la restante documentazione, attenendo al rapporto professionale instaurato con il difensore, deve senz'altro definirsi come riconducibile all'oggetto della difesa, così da rientrare nell'ambito di tutela dell’art. 103, comma 2, c.p.p.

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Avvocati: la mancanza della procura ad litem non esclude il contratto di patrocinio
Cassazione civile, sez. I, sentenza 13 ottobre 2020, n. 22048

Secondo la cassazione civile, sez. I, sentenza 13 ottobre 2020, n. 22048, mentre la procura ad litem è un negozio unilaterale con il quale il difensore viene investito del potere di rappresentare la parte in giudizio, il mandato sostanziale costituisce un negozio bilaterale (il contratto di patrocinio) con il quale il legale viene incaricato, secondo lo schema negoziale che è proprio del mandato, di svolgere la sua opera professionale in favore della parte; conseguentemente, ai fini della conclusione del contratto di patrocinio, non è indispensabile il rilascio di una procura ad litem, essendo questa richiesta solo per lo svolgimento dell'attività processuale.

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Va sospeso l’avvocato che, con false promesse, si accaparra la clientela
Cassazione civile, sez. un. sentenza 27 ottobre 2020, n. 23593

Integra la fattispecie di accaparramento di clientela la condotta dell’avvocato che induce una cliente a conferirgli l'incarico di procedere in giudizio contro una parte con la promessa, rivelatasi poi non veritiera, che i suoi onorari sarebbero stati pagati solo a causa vinta e che offre alla stessa cliente, dopo che il giudizio di primo grado aveva dato esito negativo, di procedere a ricorso in appello ed eventualmente in cassazione, gratuitamente.

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NOTIFICAZIONI
Oggetto: Difensore - Ufficio esercitato fuori dalla circoscrizione del tribunale di assegnazione - Elezione di domicilio - Compiuta in un luogo non coincidente con la sede dell’ufficio giudiziario competente - Notifica effettuata presso la cancelleria - Ritualità - Sussiste
sentenza 22647, sezione Seconda del 19-10-2020 (R.D. 22.01.1934, n. 37)

Deve ritenersi rituale la notifica dell’atto effettuata presso la cancelleria del tribunale laddove il difensore che svolge il suo ufficio fuori dalla circoscrizione del tribunale cui è assegnato elegge domicilio in un luogo non coincidente con la sede dell’ufficio giudiziario competente.

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AVVOCATO E PROCURATORE
Oggetto: Attività svolta per la pubblica amministrazione - Onorari - Liquidazione - Limite massimo del compenso - Indicato nella delibera comunale - Incarico conferito successivamente - Liquidazione dell’onorario - In base all’attività svolta - Sussistenza - Motivi.
ordinanza 22652, sezione Seconda del 19-10-2020

L’onorario dell’avvocato va liquidato in base all’attività svolta dal professionista se l’incarico del Comune viene conferito dopo la delibera comunale che ha fissato il limite massimo del compenso. L’atto, infatti, ha natura meramente interna ed è irrilevante la sua immediata esecutività.

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IMPUGNAZIONI
Oggetto: Notifica della sentenza nel domicilio eletto - Termine breve per impugnare - Applicabilità - Coincidenza dell’indirizzo con quello della parte - Irrilevanza.
ordinanza 23103, sezione Sesta - 3 del 22-10-2020

La notifica della sentenza nel domicilio eletto fa scattare il termine breve per impugnare anche se l’indirizzo coincide con quello della parte. Il ricorso, infatti, è inammissibile per tardività perché è irrilevante che il difensore e il cliente abbiano lo stesso domicilio.

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PROCESSO
Oggetto: Spese - Soccombenza reciproca - Limiti.
ordinanza 23188, sezione Sesta - 2 del 23-10-2020 (C.p.c. art. 92)

Le spese processuali non possono essere compensate solo perché ci sono contrasti nell’ambito della giurisprudenza di merito, a maggior ragione se la questione giuridica non è stata mai vagliata in sede di legittimità.

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RICORSO IN CASSAZIONE
Oggetto: Intento meramente dilatorio - Abuso del processo - Sussiste
ordinanza 23480, sezione Sesta – 1 del 27-10-2020 (C.p.c. art. 96)

L’intento meramente dilatorio del ricorso derivante dalla prospettazione nel ricorso di legittimità di tesi dai contenuti così distanti per un verso dal diritto vivente, per altro verso dai precetti del codice di rito come costantemente e pacificamente interpretati dalle Sezioni unite civili della Cassazione, implica l’applicazione, oltre che della soccombenza, della responsabilità processuale aggravata ex articolo 96, terzo comma, Cpc in quanto costituisce di per sé un indice della mala fede o della colpa grave del ricorrente.

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Contributo unificato - Cartella esattoriale - Impugnabilità - Sussiste.
sentenza 23532, sezione Tributaria del 27-10-2020 (D.lgs. 472/1997, art. 22)

È impugnabile l’invito a pagare il contributo unificato perché potrebbero scattare d’ufficio le sanzioni del 30%.

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Stato passivo - Insinuazione - Associazione professionale - Statuto interno - Condizioni
ordinanza 23489, sezione Sesta del 27-10-2020

Ai fini della legittimazione attiva dell’associazione professionale a insinuarsi al passivo della socieà cliente fallita deve osservarsi che il fatto che professionisti si associano per dividere le spese e gestire congiuntamente i proventi della propria attività, non implica che essi trasferiscano per ciò solo all’associazione tra loro costituita la titolarità del rapporto prestazione d’opera, ma conservano la rispettiva legittimazione attiva nei confronti del proprio cliente: ne consegue che il giudice di merito deve farsi carico di stabilire in concreto il tenore dello statuto interno dell’associazione medesima onde consentire di desumere da questo accertamento la prova della legittimazione attiva dell’associazione.

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Cartella di pagamento - Esecuzione esattoriale illegittima - Spese di lite - Condizioni.
ordinanza 23262, sezione Quinta Civile del 23-10-2020

Nella controversia con cui il contribuente contesti l'esecuzione esattoriale minacciata o posta in essere in suo danno, non integra ragione di esclusione della condanna alle spese di lite nei confronti dell'agente della riscossione né ragione della compensazione delle stesse la circostanza che l'illegittimità dell'azione esecutiva sia da ascrivere all'ente creditore, anche se restano ferme, da un lato, la facoltà dell'agente della riscossione di chiedere all'ente impositore la manleva dall'eventuale condanna alle spese e, dall'altro, la possibilità, per il giudice, di condannare al loro pagamento di queste ultime il solo ente impositore, quando quest'ultimo è parte in causa, compensandole nei rapporti tra il debitore vittorioso e l'agente della riscossione, purché sussistano i presupposti di cui all'art. 92 c.ptc., da ricondursi a circostanze diverse e ulteriori rispetto al fatto che l'opposizione sia accolta per ragioni riferibili all'ente creditore.

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Avvocato - Compensi professionali - Riconducibili a un unico rapporto obbligatorio - Distinte azioni giudiziarie - In relazione a ciascuna prestazione professionale - Frazionamento del credito - Illegittimità - Decreto ingiuntivo - Revoca - Sussiste
ordinanza 24130, sezione Seconda del 30-10-2020 (C.c. art. 1175, 1375)

Deve essere revocato il decreto ingiuntivo ottenuto per compensi professionali dall’avvocato che ha esperito un’azione giudiziaria all’esito dell’esaurimento di ciascuna prestazione professionale fornita all’assistito, così frazionando in distinti procedimenti una pretesa creditoria, nell’arco di un breve lasso temporale, che sarebbe potuto essere oggetto di una iniziativa unitaria per il pagamento dei complessivi compensi professionali riconducibili ad un medesimo ed unico rapporto obbligatorio, non risultando emergente in capo al creditore un interesse oggettivamente valutabile alla tutela processuale frazionata.

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Possibile la sanatoria della procura inesistente
Cassazione civile, sez. II, sentenza 29 ottobre 2020, n. 23958

Secondo la Cassazione l'art. 182, comma 2, c.p.c. nella formulazione introdotta dall'art. 46, comma 2, della legge n. 69 del 2009 (da ritenersi applicabile anche nel giudizio di appello), secondo cui il giudice che accerti un difetto di rappresentanza, assistenza o autorizzazione è tenuto a consentirne la sanatoria, assegnando un termine alla parte che non vi abbia provveduto di sua iniziativa, con effetti "ex tunc", senza il limite delle preclusioni derivanti dalle decadenze processuali, trova applicazione anche qualora la procura manchi del tutto oltre che quando essa sia inficiata da un vizio che ne determini la nullità, restando, perciò, al riguardo irrilevante la distinzione tra nullità e inesistenza della stessa.

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La contestazione della parcella dell’avvocato non deve essere specifica
Cassazione civile, sez. II, ordinanza 30 ottobre 2020, n. 24120

In tema di opposizione a decreto ingiuntivo per il pagamento di diritti ed onorari di avvocato o procuratore, la contestazione comunque mossa dell'opponente circa la pretesa fatta valere dall'opposto sulla base della parcella corredata dal parere del Consiglio dell'Ordine non deve avere carattere specifico, potendo essere anche generica, risultando comunque idonea ad investire il giudice del potere-dovere di dar corso alla verifica della fondatezza della contestazione e, correlativamente, a determinare l'onere probatorio a carico del professionista in ordine all'attività svolta e alla corretta applicazione della tariffa

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PPT: patologie delle notificazioni a mezzo PEC
Cassazione penale, Sez. III, sentenza 19 ottobre 2020, n. 28834

In tema di notifica a mezzo pec, la nullità a regime intermedio, derivante dall’omesso avviso dell’udienza a uno dei due difensori dell’imputato, è sanata dalla mancata proposizione della relativa eccezione a opera dell’altro difensore comparso, pur quando l’imputato non sia presente.

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